Il Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino di Montesarchio è stato inaugurato a giugno 2007. L’allestimento, curato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province di Salerno, Avellino e Benevento, ha reso fruibili i prestigiosi spazi del Castello di Montesarchio. Si tratta di una raccolta di pezzi unici, che sono stati rinvenuti in tre grandi insediamenti dei sanniti caudini, ossia Caudium (l’attuale Montesarchio), Saticula, (l’odierna Sant’Agata dei Goti) e Telesia, (nei pressi di San Salvatore Telesino). Si tratta di reperti che ricostruiscono la storia dei Sanniti a partire dall'età del ferro, ossia dal XIX secolo a.C., fino al periodo di romanizzazione della zona. Un popolo bellicoso che si era prima costituito in piccoli villaggi per poi creare delle vere e proprie città che intrattenevano traffici fiorenti con la Grecia, le città della Magna Grecia e l’Etruria, fino a fare della Valle Caudina un passaggio obbligato delle merci che dall'Oriente arrivavano sino al Nord Italia.
Il Museo diocesano di Sant'Agata de’ Goti conserva i reperti di arte sacra provenienti dalla Diocesi di Cerreto Sannita – Telese - Sant’Agata de’ Goti. L’idea di creare un museo diocesano a Sant’Agata de’ Goti nacque negli anni ‘70, anche se i primi lavori di adattamento vennero interrotti in seguito al terremoto dell’Irpinia. Nel 1993, il Vescovo Mario Paciello propose nuovamente l’istituzione del museo che venne inaugurato il 27 settembre 1996 dall’allora Cardinale Joseph Ratzinger. Le collezioni sono esposte in due diverse sezioni: la sezione museale, contenente reperti archeologici ed artistici, e la sezione dei luoghi alfonsiani, che custodisce oggetti che ricordano gli anni in cui Sant’Alfonso Maria dei Liguori fu vescovo della città. La sezione museale è ubicata presso la Chiesa della Madonna del Carmine nella piazzetta omonima. Vi sono conservati diversi reperti anche molto antichi come una lastra paleocristina del V-VI secolo ed una lastra tombale dell’abate Antonio di Tramonto del 1361. Tra i dipinti esposti è presente una “Pietà” tardogotica, attribuita a Silvestro Buono, una “Cacciata di Agar e Ismaele” (1670-80) ed una “Annunciazione” del Giaquinto (1702). La sezione dei luoghi alfonsiani è ubicata presso un’ala del palazzo vescovile, in Piazza Umberto I. Il percorso museale si articola nel cortile interno e negli ambienti che furono abitati da Sant’Alfonso.
Comune di Sant'Agata dei Goti
Comune di Montesarchio