Situato alle falde meridionali del massiccio del Taburno, nel cuore della fertile Valle Caudina, Montesarchio costituisce uno dei comuni più importanti della provincia di Benevento. 
Il paese si divide in due nuclei urbani; quello più antico si sviluppa sui versanti ripidi del colle dominato dalla maestosa fortezza medioevale ed è formato da due borgate protette da mura e torri: Latovetere di origini longobarde e Latonuovo normanna. Il settore urbano moderno si estende verso l’area sud-occidentale del territorio, lungo la Via Appia, oggi Strada Statale 7, da sempre arteria principale di collegamento tra le province di Benevento e Caserta. 
La zona è stata frequentata da gruppi umani fin dalla preistoria. Ad attestarlo sono numerose scoperte archeologiche, che hanno portato alla luce tracce d’insediamenti dell’età neolitica. Ma ad abitare stabilmente queste contrade sono stati gli Osci, che a partire dalla seconda metà del VIII secolo a.C., vi si insediarono con piccoli villaggi sparsi, attratti probabilmente dalla proverbiale fertilità della piana. A partire dalla metà del V secolo a.C. nella valle giungono, provenienti dall’Appennino Meridionale, gruppi di popolazioni sannite, che vi fondano un ricco insediamento, che instaurerà fitti contatti commerciali con le città campane interne  e della costa.
Antichissime sono le origini del comune: la città sannitica di Caudium, infatti, ricordata per le Forche Caudine, sorgeva probabilmente sul promontorio naturale dell’attuale Montesarchio. Anche i Romani si servirono di tale luogo fortificato ed il nome Monsarcis (monte fortificato) pare sia alla radice dell’attuale denominazione. Il castello e la torre furono destinati a prigioni di stato durante il regno di Ferdinando II di Borbone: nella torre vi furono rinchiusi patrioti napoletani tra cui Pironti, Nisco e Poerio. Successivamente il centro abitato si sviluppò verso la pianura.