Nel 1877 San Lupo fu il centro della fallita insurrezione anarchica contro lo Stato italiano degli anarchici Cafiero e Malatesta. Lungo la Via Nazionale, a San Lupo, una targa accanto a un portone rosso incorniciato da un portale di pietra bianca, segnala “Taverna Jacobelli”: fu la sosta a San Lupo di due famosi personaggi storici, Carlo Cafiero e Errico Malatesta, esponenti del movimento anarchico internazionale. In una relazione dell’epoca al Prefetto di Napoli, il Questore chiarisce la scelta e l’importanza logistica di questa casa: “La casa che deve servire di riunione di capi del movimento anarchico e di deposito delle armi è stata presa a pigione negli scorsi giorni a S. Lupo, circondario di Cerreto Sannita, mandamento di Pontelandolfo, a cui si accede dalla stazione di Solopaca. La casa suddetta è la prima a mano sinistra entrando in S. Lupo da Guardia Sanframondi: è composta di un solo piano ed ha accosto ad essa uno stallatico”.
San Lupo e questa Taverna furono al centro del tentativo di insurrezione contro lo Stato italiano, organizzato da Cafiero e Malatesta, i noti anarchici che si ispiravano alle teorie del russo Michael Bakunin. La mattina del 3 aprile 1877 Cafiero e Malatesta arrivarono da Napoli a San Lupo, alla Taverna, fingendosi turisti inglesi, con il tentativo di creare, partendo dai Monti del Matese, un “territorio libero” dalla dominazione piemontese e l’intento di espandere la “rivoluzione” in tutta l’Italia post-unitaria. La scelta del territorio matesino non era stata fatta a caso; infatti, caratterizzato da una morfologia montuosa, impervia e scarsamente popolata rappresentava un ambiente ideale per la guerriglia. Gli uomini avrebbero potuto facilmente compiere vari attacchi nei vari centri abitati e poi ritornare al sicuro sui monti, che rispondevano bene anche allo scopo di prendere contatto con le masse contadine, specialmente quelle meridionali, che, abbandonate a se stesse, considerate dalle varie classi dirigenti un puro “oggetto” del potere, sembravano più di ogni altra il naturale destinatario della propaganda di riscossa sociale degli anarchici. Inoltre, era il luogo dove i più pericolosi capibanda del brigantaggio meridionale avevano dato, per anni, filo da torcere alle truppe governative e dove più vivo che altrove era il distacco e il risentimento delle popolazioni locali contro il governo piemontese.
L’anarchico Errico Malatesta credeva nella disponibilità delle popolazioni della zona alla ribellione contro la Stato e aveva cercato l’appoggio di un noto oppositore del brigantaggio, Salvatore Farina, che però lo tradì e informò i carabinieri del suo piano sovversivo. Costretto a scappare dal territorio di San Lupo con il suo gruppo, raggiunse Letino, sul Massiccio del Matese, dove dichiarò decaduto il re Vittorio Emanuele, proclamò il popolo sovrano e la libertà dei contadini. L’intervento massiccio dell’esercito sedò anche questo tentativo di ribellione contro lo Stato.
Oggi l’Associazione Lerka Minerka propone la rievocazione del “Sentiero degli Anarchici”, un’escursione a piedi di interesse storico-naturalistico, che attraversa i territori comunali di San Lupo, Cerreto Sannita, Pontelandolfo, Morcone, Pietraroja, Cusano Mutri, Piedimonte Matese, S.Gregorio Matese, Letino e Gallo.
Comune di Cerreto Sannita
Comune di Cusano Mutri
Comune di Pontelandolfo
Comune di San Lupo
Comune di Morcone
Comune di Pietraroja
Comune di Piedimonte Matese
Comune di San Gregorio Matese
Comune di Letino
Comune di Gallo