Il verde paesino della Valle del Titerno, prende il nome proprio dall’Abbazia benedettina che nel 1098 ospitò Sant’Anselmo d’Aosta.
Adagiato ai piedi della Collina della Rocca e protetto dall’imponenza di Mont’Acero, San Salvatore Telesino, in provincia di Benevento, è un paese fiero del suo antico e nobile passato. Nel suo territorio, infatti, a pochi passi dalle suggestive sorgenti del Rio Grassano, sono ben visibili i ruderi dell’antica Città di Telesia; di notevole pregio archeologico sono l’Anfiteatro, le mura poderose, tratti di strade lastricate con basolati e numerose lapidi in latino. Il declino della Città iniziò ancor prima della caduta dell’Impero Romano. La fiammella della civiltà e della cultura si riaccese con la fondazione dell’Abbazia Benedettina del Santo Salvatore che gli storici datano all’inizio dell’anno Mille. La struttura monastica ebbe per alcuni secoli grande influenza sulla vita politica, sociale e religiosa di tutto il territorio. Non a caso, da essa prese origine il primo nucleo abitativo, il Casale di San Salvatore, destinato a dare persino il nome al paese.
Sulla collina, che sovrasta l’abitato, si possono ammirare i ruderi della Rocca, un castello medioevale costruito dai Duchi di Sanfromondo. Sono ancora evidenti alcune torri di guardia, il maschio ed i sotterranei che avevano sia funzioni di collegamento, sia funzioni di serbatoi d’acqua.
Da visitare, ancora, la Chiesa Parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta che fu costruita nel XVI secolo. Essa è stata di recente restaurata, dopo i danni del sisma del 1980, per essere riconsegnata alla devozione dei cittadini. In essa è conservata la tela della Trasfigurazione, attribuita dagli esperti a Luca Giordano, il San Leucio (Santo Patrono del comune), attribuito al Sarnelli, i sotterranei e il sepolcro marmoreo del Duca Mensorio. Sulla cima di Mont’Acero, inoltre, si possono ammirare le imponenti Mura Megalitiche costruite, verosimilmente, da antiche genti pre-sannitiche tra il VII e l’VIII sec. a.C., oltre al monumento bronzeo del Redentore, eretto nel 1902.
Infine, i Puri, vera meraviglia geologica disseminati sulle pittoresche colline di Montepugliano. Il loro nome viene legato da alcuni storici alla parola greca “pur” che significa fuoco, forse perché essi venivano ritenuti dalla gente crateri di antichissimi vulcani spenti. I Puri sono, in realtà, un interessante e raro fenomeno carsico che, in qualche modo, produrrebbe persino le sorgenti di acqua sulfurea delle vicine Terme di Telese e quelle di acqua dolce del Rio Grassano. Essi sono numerosi e il maggiore, detto Puro Grande o Puro delle Mele, ha una profondità di circa 150 metri.