Il comune di Buonalbergo è facilmente raggiungibile se si percorre la comoda statale 90bis, per poi risalire la collina di San Silvestro, alle pendici meridionali del monte Chiodo. Qui il nucleo urbano si dispone sin dall’età rinascimentale, intorno ad una spianata, delimitata dalle ripidi pareti calcaree, proprie del fiume Miscano. “Si adagia sul dolce pendio di un colle volto a mezzogiono e - scrive nel 1897 Pasquale Panari - vien baciato dalle aure profumate di venti leggeri, essendo per la sua esposizione riparato dalla furia degli aquiloni”. A valle, il monumentale Ponte delle Chianche, della Via Traiana Benevento-Brindisi, di piena età imperiale, testimonia come il territorio di Buonalbergo fosse un luogo di transito obbligato fin dall’antichità, per chi, dal Sannio volesse raggiungere l’Irpinia e la Puglia.
Il poggio dove è ubicato il Santuario della Madonna della Macchia permette una piacevole sosta al fresco di secolari olmi. La chiesa, ad una navata con annesso eremo, pur se non di eccelsa fattura, ben si armonizza con l’amenità del luogo. La Madonna della Macchia è considerata da tutti la protettrice del paese. La statua lignea che raffigura la Vergine con in braccio il Bambino, di pregevole fattura, è di epoca bizantina (XII secolo). Un manto la ricopre per intero, ad eccezione della testa della Madre e del Bambino precludendo la vista dell’intera statua. Solo in occasione dell’annuale festa, il 12 settembre, in chiesa ed alla presenza del popolo tutto, durante il rito della vestizione del manto di cerimonia ricoperto di ori ed ex voto, è possibile vederla spoglia ed ammirarne le originali sembianze. La leggenda vuole che la statua sia stata portata a Buonalbergo dai Crociati di Boemondo di ritorno dalla Terra Santa e, nascosta in una macchia di alberi (da cui il nome), fu ritrovata da una pastorella muta che, alla vista della sacra immagine, ritrovò la parola. Il popolo eresse l’attuale santuario nel luogo del miracoloso ritrovamento.
Buonalbergo è conosciuta nel circondario per la abbondante produzione di pane e prodotti da forno in genere (taralli, biscotti, pizze, etc.). Infatti in paese ben tre forni lavorano alacremente per sopperire alla forte richiesta. Altri prodotti tipici sono le sopressate, squisito insaccato di carne di maiale, e i turcinielli, involtini di trippa e budelline di agnello. Anche la pasta fatta in casa ha delle caratteristiche che la distinguono da altre; infatti sia i cecatielli che le ‘recchietelle, grazie alle particolari pieghe della loro forma, ricavata con un ferro o con le dita, si arricchiscono del sapore dei tipici sughi paesani, deliziando il palato di chi ha la fortuna di degustarli. È possibile, inoltre, gustare del buon formaggio, sia ovino che di vacca, nelle fattorie sparse nel territorio. Le carni ovine, bovine e caprine ancora conservano gusti e sapori antichi specialmente se cotte alla brace. 
I prodotti descritti sono facilmente reperibili nelle fattorie e nelle macellerie del paese.