I tratturi costituivano una rete di itinerari su cui greggi e pastori praticavano il rito della transumanza due volte l’anno: in primavera verso i monti dell’Abruzzo e in autunno verso le calde ed accoglienti pianure della Puglia, attraversando territori diversi da una regione all’altra e arricchendosi di esperienze, di incontri e di conoscenze. Nel 1908 una legge che prevedeva l’alienazione di tutti i tratturi ne conservò quattro: L’Aquila–Foggia, il Celano–Foggia, il Castel di Sangro–Lucera e il Pescasseroli–Candela. Proprio quest’ultimo attraversa il territorio della Provincia di Benevento da nord a sud. La transumanza assunse l’apogeo nel periodo aragonese e i tratturi diventarono grandi come autostrade, poi vi fu il loro declino.
Oggi il Regio Tratturo Pescasseroli–Candela ha un’ampiezza di circa 60 metri (originariamente era di 111,60 metri) ed è lungo circa 200 chilometri: percorrerlo significa andare alla scoperta non solo di un elemento paesaggistico ed agrario, quanto di una dimensione umana ed ambientale: quella che i pastori hanno lasciato lungo questa “ampia via d’erba e di pietre, deserta, ineguale, tacita, come stampata d’orma gigantesca”.
L’itinerario rappresenta un interessante percorso nel territorio dall’Alto Tammaro al Fortore, l’ideale per gli amanti dell’ecoturismo, del trekking, delle escursioni a piedi o a cavallo.
Il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela è sicuramente una delle strade più antiche d’Italia, in età romana fu la Via Minucia e ancora prima uno degli antichi calles sannitici. Il percorso era una importante via di comunicazione per l’economia dell’epoca e ricopriva un ruolo fondamentale nella produzione e nel commercio dei prodotti del bestiame; il Regio Tratturo rappresentava, inoltre, un’occasione per lo scambio di cultura tra le genti interessate dal suo tragitto. Per gli amanti della natura e dei borghi antichi l’itinerario turistico “Regio Tratturo beneventano” offre quanto di meglio si possa desiderare per conoscere la tradizione rurale della parte orientale della Provincia di Benevento. Il percorso interessa, infatti, l’area dell’Alto Tammaro e del Fortore.
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